A quanto pare è servito davvero poco il referendum di sei anni fa se il tema della privatizzazione dell’acqua resta sempre molto attuale. L’aspetto che ci consola è quello di compiacerci dell’impegno con cui le associazioni ambientali e per la tutela di questa risorsa, come Acqua Bene Comune Abc continuino a lottare affinchè non vengano calpestati i più basilari diritti, associati alla somministrazione idrica a livello pubblico. La fatidica scadenza del 2018 si avvicina e ancora non è molto chiaro quello che accadrà quando si interromperà la concessione idrica ai privati.
La solita politica chiaccherona
Tante belle parole e rassicurazioni, ma al momento non esiste un progetto concreto che restituirà al popolo la risorsa acqua, in parecchie regioni italiane. Una situazione al limite si profila in Puglia, dove, mentre Michele Emiliano è in piena bagarre interna per la scalata di potere tra le file del Partito Democratico, i cittadini del “tavoliere” ancora non sanno che fine farà l’Acquedotto Pugliese, quando sarà definitivamente negata la concessione ai privati e dovrebbe avvenire una nuova pubblicizzazione della struttura. Gli interessi politici sono enormi e riguardano anche la vicina Basilicata, che tra l’aumento dei pozzi petroliferi e l’umiliazione di guadagnare soltanto pochi spiccioli per un’acqua che in realtà si trova su territorio lucano, continua ad essere utilizzata come un luogo dimenticato, in cui è facile raggirare la legge senza subire conseguenze penali.
Per il momento, come è accaduto già quando il presidente della Regione Puglia era Nicki Vendola, restano solo i buoni propositi, espressi a parola, da parte di politici che, indipendentemente dallo schieramento in Parlamento, prediligono crearsi una rete d’interesse con i potenti locali, disinteressandosi della netta volontà popolare espressa con il referendum sull’acqua pubblica del 2011.
La concretizzazione di un tavolo di discussione che lavori su dati concreti, difendendo i diritti del popolo, è ancora distante anni luce. Ciò nonostante si continua a lottare, nella speranza di non abbassare la guardia e arrendersi alla burocrazia macchinosa della politica italiana e regionale.
Il diritto di bere acqua buona ed economica
Se la gestione dell’acquedotto pugliese ha fatto acqua da tutte le parti, è ora di cambiare le carte in tavola, è impegnarsi affinchè venga ridistribuita acqua per tutti, ad un prezzo abbordabile. Il pensiero che le multinazionali possano continuare ad appropriarsi indebitamente di un bene dell’umanità non dovrebbe far dormire sogni tranquilli ai nostri governanti, eppure questi non sembrano minimamente interessati a dar conto ai propri elettori, eccetto che per un proprio tornaconto personale. La vicinanza con cui il Movimento 5 Stelle sembra aver preso a cuore la causa della lotta per la tutela dell’acqua pubblica lascia ben sperare, se non altro per la possibilità di mantenere alta l’attenzione sul tema, grazie a discussioni in Parlamento e alla veicolazione di informazioni più “scomode”, attraverso il web.
Chiunque è contrario alla concessione delle riserve idriche ai privati può mobilitarsi, nel suo piccolo, e firmare gli appelli del comitato Acqua Bene Comune. Non beviamoci l’ennesimo slogan da campagna elettorale e cerchiamo di ricordarci, almeno ogni tanto, come l’unione fa la forza.