Disturbi alimentari e fumo riducono la fertilità

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Come incidono i disturbi alimentari sulla fertilità

I disturbi alimentari comportano una riduzione della fertilità come è evidenziato da diversi studi internazionali e dall’ ESHRE –Società Europea della Riproduzione Umana ed Embriologia, a cui ha preso parte il Ginecologo Dott. Antonio Colicchia.

Le donne obese (indice di massa corporea superiore a 30) presentano un’ alterazione nella produzione di estrogeni (eccessiva concentrazione) che va ad influenzare la regolazione del ciclo mestruale (a livello dell’asse ipotalamo-ipofisi) fino anche all’amenorrea (scomparsa ciclo mestruale).

L’obesità, inoltre, può comportare un’ alterazione metabolica chiamata insulino-resistenza, spesso associata alla Sindrome dell’ovaio policistico (40-50% delle donne obese) in cui le ovaie continuano a produrre estrogeni impedendo l’instaurarsi delle condizioni che portano all’ovulazione e, quindi, al rilascio dell’ovocita nelle tube.

Nelle donne obese che si sottopongono alle tecniche di fecondazione assistita, la quantità di gonadotropine necessarie per ottenere una buona risposta ovarica, è molto elevata. Anche la qualità ovocitaria appare compromessa ed, infine, la percentuale di gravidanza, rispetto alle popolazione normopeso, diminuisce notevolmente.

Inoltre l’obesità comporta un incremento dei rischi  di complicanze durante la gravidanza (diabete gestazionale, ipertensione, aborto spontaneo, parto pre-termine).

Anche negli uomini l’obesità può influenzare la fertilità: è stato evidenziato in numerosi studi come gli uomini obesi presentino un riduzione di testosterone in circolo ed una riduzione nel numero e nella motilità degli spermatozoi.

E’ importante sottolineare che nel 70% dei casi recuperare il proprio peso forma (Indice di Massa Corporea <25) comporta un ripristino della fertilità.

In tutti i casi, occorre, quindi, prima di sottoporsi a delle tecniche di fecondazione assistita, sottoporsi ad un corretto regime alimentare e ad attività fisica al fine di ridurre il proprio peso corporeo.

Anche un Indice di Massa Corporea (BMI) inferiore a 18 (sottopeso) può comportare una ridotta fertilità: le donne sottopeso presentano un deficit nella produzione degli estrogeni che, anche in questo caso, può portare ad una scomparsa del ciclo mestruale.

Come incide il fumo sulla fertilità

Diversi studi presenti nella letteratura scientifica dimostrano come il fumo abbia effetti negativi sulla riproduzione. Sia nella donna che nell’uomo le componenti chimiche del tabacco agiscono sulla formazione dei gameti (gametogenesi).

La Nicotina ed il benzopirene, le sostanze che vengono assorbite nei fumatori, sono state rintracciate in alte quantità nel liquido follicolare e nelle cellule della granulosa che circondano l’ovocita.

Nelle donne fumatrici  aumenta il rischio di ovociti anomali (possono presentare un corredo cromosomico alterato).

Nell’uomo, il fumo è associato ad una minore concentrazione di spermatozoi , una ridotta motilità e una morfologia regolare più bassa.

Inoltre, nelle donne fumatrici, aumenta il rischio di menopausa anticipata ed è necessario  più tempo per avere una gravidanza (almeno 1 anno di rapporti non protetti); aumenta il rischio di gravidanze extrauterine,  di aborto, di ridotta crescita fetale, parto pretermine, ridotto peso alla nascita ed in incremento di morte in culla (sindrome di morte infantile in culla SIDS).

Anche nella fecondazione assistita alcuni studi evidenziano come il fumo riduca le probabilità di successo: le donne fumatrici hanno una ridotta riserva ovarica, richiedono più gonadotropine per ottenere una risposta ovarica, presentano un minor numero di ovociti recuperati per ciclo, una minore percentuale di fertilizzazione e una minore percentuale di gravidanza.

Sulla popolazione generale è stato evidenziato che le donne fumatrici richiedono almeno due cicli di fecondazione assistita.

Sicuramente il fumo, nelle coppie che presentano difficoltà ad ottenere una gravidanza, rappresenta un ulteriore ostacolo.