Nutrizione clinica

nutrizione CLINICA

Oltra la dietologia classica, e quindi i regimi alimentari volti al dimagrimento, il medico dietologo che si occupa del trattamento delle patologie e dei sintomi associati allo stato nutrizionale della persona. Si tratta cioè di correggere tutti i disequilibri metabolici ed energetici che si verificano in corso di malattie.

Una dieta alimentare studiata appositamente per quel tipo di malattia e monitorato nel tempo permette di rispettare stomaco, intestino e apparato digerente in modo da poter garantie un assorbimento corretto dei micronuenti, un buon metabolismo basale e la riduzione dei rischi spesso associati alle malattie croniche.

La stesura in questi casi, del regime alimentare parte sempre da esami del sangue e delle urine, oltre che dall’anamnesi della storia alimentare e medica familiare.

Molte persone affette da malattie come diabete, insufficienza renale, o neoplasie possono ricevere benefici importanti da una dieta che scelga con attenzione  i giusti elimenti nutritivi, il bilancio metabolico ottimale e eviti un tipo di alimenti che possano peggiorare i sintomi.

Un’attenzione importante negli ultimi anni va data al fenomeno, purtroppo sempre più dilagante, del disturbo dei comportamenti alimentari, tra cui i più noti bulimia e anoressia.

Spesso si usa l’aggettivo “nervoso” di fianco a questo tipo di malattie perché hanno un’origine prevalente psicologica, ancora oggetto di studio in campo medico.

Quello che può fare un professionista della nutrizione  è lavorare a braccetto con uno psicologo specializzato per smontare il sistema di credenze che l’individuo malato usa a conferma della giustezza dei propri comportamenti.

Gli atteggiamenti tipici del bulimico vanno infatti da una restrizione alimentare eccessiva e fino alla totale perdita di controllo sul cibo.

Questo fa sfociare il paziente in abbuffate colossali nel caso della bulimia e nella totale inuria nell’individuo anoressico.

Purghe, vomito autoindotto e uso di lassativi sono metodi comuni ad entrambe le malattie,  nei casi migliori viene invece praticata un’attività fisica eccessiva.

A cura di Nutrizionista Follonica